Counselling di Comunità - Dalla Valle Imagna un metodo per ricominciare ad ascoltarsi

In Valle Imagna persone e volontari si ascoltano, si incontrano, raccontandosi e costruendo nuovi legami tra comunità e istituzioni.

COUNSELLING DI COMUNITÀMISSIONSMART CITIESCIVITASCRESCITA PERSONALE

Alessandro Ghisalberti

10/27/20252 min leggere

La Valle Imagna è una terra che sa custodire storie, relazioni e una profonda cultura dell’incontro. Come tanti territori, anche qui si avvertono i segni del cambiamento: paesi che si svuotano, reti che si indeboliscono, legami che faticano a rinnovarsi. Eppure, proprio in questi luoghi, può nascere una nuova forma di speranza: quella che si costruisce ascoltandosi di nuovo.Da questa intuizione nasce il counselling di comunità: un metodo semplice ma profondo per rimettere in circolo fiducia, relazioni e visione condivisa tra persone, gruppi e istituzioni.

1. Il primo passo: ascoltare i volontari.

Il cammino parte da qui: incontrare i volontari dei centri d’ascolto. Una o due volte l’anno, i volontari di diverse realtà si riuniscono per conoscersi, raccontare le proprie esperienze, condividere le fatiche e i sogni che attraversano la loro missione.  Non è un momento organizzativo, ma uno spazio di ascolto vero, dove le parole diventano ponti e dove il racconto di uno illumina quello dell’altro. Questo primo passo permette di ricostruire fiducia tra persone che spesso lavorano in silenzio, ma condividono la stessa passione per la cura e la prossimità.

2. Il secondo passo: i volontari che incontrano il territorio

Dopo aver sperimentato l’ascolto tra loro, gli stessi volontari diventano “ascoltatori del territorio”. Portano questa esperienza nei propri paesi e iniziano a dialogare con chi vive e anima la comunità: gruppi, associazioni, scuole, realtà sportive, culturali e sociali. L’obiettivo non è solo raccogliere bisogni, ma creare connessioni, fare emergere storie, valorizzare ciò che già esiste. In questo modo, l’ascolto diventa contagioso: passa dalle sale dei centri d’ascolto alle piazze, ai bar, ai luoghi di vita quotidiana. Si allarga, si espande, si fa comunità.

3. Il terzo passo: il dialogo con le municipalità e l'ambito

Il lavoro dei volontari e delle associazioni trova poi un naturale completamento nel dialogo con i Comuni. Attraverso incontri periodici, i rappresentanti delle amministrazioni locali vengono coinvolti non per “gestire problemi”, ma per ascoltare insieme ciò che emerge dal territorio. Il counselling di comunità crea così un filo continuo tra chi vive le situazioni quotidiane e chi ha la responsabilità di governarle. È un metodo che aiuta a passare dal bisogno individuale alla visione collettiva, dalla frammentazione alla corresponsabilità.

4. Un metodo che costruisce fiducia

Il counselling di comunità non impone soluzioni: costruisce spazi di dialogo. Aiuta persone, gruppi e istituzioni a tornare a parlarsi, a scoprire che l’ascolto è già azione, che la fiducia nasce da gesti semplici, ripetuti, condivisi. È un processo lento ma concreto, che restituisce senso di appartenenza e apre la strada a scelte nuove.

Un invito che vale per tutti

Forse anche nel tuo territorio senti che le persone si parlano meno, che manca un orizzonte comune, che ognuno procede per conto suo. Eppure, ogni volta che qualcuno sceglie di ascoltare davvero, qualcosa si rimette in moto.

Puoi cominciare anche tu:

• invitando un gruppo di volontari a raccontarsi,

• promuovendo un incontro aperto tra realtà associative,

• o chiedendo ai tuoi amministratori di partecipare a un momento di ascolto condiviso.

Non serve molto: solo tempo, fiducia e la disponibilità a mettersi in relazione. Perché il futuro non nasce da un piano, ma da persone che scelgono di parlarsi e di costruire insieme.